venerdì 17 agosto 2018

Il genio di padre Lemaitre


Gli astronomi e il collega sacerdote: rendiamo onore al genio di Lemaître

L’iniziativa: intitolare anche a lui la legge di Hubble, base della cosmologia moderna. Si deciderà il 30 agosto a Vienna nell’assemblea dell’Unione astronomica internazionale

di Anna Meldolesi
Nel 1932 il Nobel per la fisica Rober
N
Tutti conoscono la teoria del Big Bang. Pochi però sanno che uno dei primi ad aver capito che l’universo si espande, e dunque ha avuto un inizio, è stato un sacerdote-cosmologo belga. George Lemaître. Il suo contributo a questa scoperta, tra le più affascinanti del ‘900, è rimasto a lungo oscurato dalla fama di Edwin Hubble. La legge su velocità e distanza delle galassie che si studia a scuola è intitolata soltanto allo scienziato americano, lo stesso a cui è dedicato uno dei più grandi telescopi spaziali.

Risoluzione B4
Ebbene, questa asimmetria storica potrebbe essere ufficialmente corretta durante l’assemblea dell’Unione astronomica internazionale (Iau) che la prossima settimana porterà a Vienna oltre tremila scienziati di 88 Paesi. La Risoluzione B4 verrà messa al voto il 30 agosto e propone di ribattezzare in modo più equo la formula che sta alla base della moderna cosmologia («legge di Hubble-Lemaître»), ha anticipato ieri il segretario generale dell’Iau, Piero Benvenuti. Il suo intervento, significativamente pubblicato sull’Avvenire, auspica l’avvio di una nuova stagione nei rapporti tra astronomia e teologia, nel nome di Lemaître e dei progressi compiuti dalla scienza.

Il giusto riconoscimento
«L’idea di dargli il giusto riconoscimento è condivisibile e sacrosanta», concorda l’astrofisico dell’università di Tor Vergata Amedeo Balbi. «Ma potrebbe volerci del tempo per abituarsi, la chiamiamo legge di Hubble da quasi un secolo», dice Balbi al Corriere. Molti appassionati faticano ancora ad accettare il voto dell’Iau che nel 2006 ha escluso Plutone dalla famiglia dei pianeti del Sistema solare. Più che la scienza a volte contano la familiarità e l’affezione. Ma tra gli addetti ai lavori il contributo di Lemaître è ben noto, ed è tornato alla ribalta quando Nature ha svelato la soluzione di un giallo storico-scientifico. Lemaître è arrivato indubbiamente prima di Hubble, con un articolo ispirato dalla Relatività generale di Albert Einstein e pubblicato nel 1927 su una rivista minore in lingua francese. Poi quando il testo è stato tradotto in inglese, nel 1931, un paragrafo fondamentale è saltato, tanto da far sospettare una censura a favore di Hubble.

Hubble
Lo scienziato statunitense, però, è stato scagionato da una lettera trovata da Mario Livio, dello Space Telescope Science Institute a Baltimora, in cui lo stesso Lemaître spiega di aver tagliato le osservazioni superate, nel frattempo, dal lavoro del collega più noto. Questo caso, in definitiva, è l’ennesima dimostrazione che la scienza non è fatta da geni solitari ed eureka definitivi, ma può essere raccontato anche come un esempio virtuoso, in cui «l’onestà intellettuale e la modestia hanno fatto preferire il progresso della scienza alla visibilità personale», per citare la Risoluzione.

Astronomo e sacerdote
Benvenuti ci tiene a ricordare la doppia veste di Lemaître: astronomo e sacerdote. Identificare il Big Bang scientifico con il Fiat lux biblico sarebbe stata un’ingenua forzatura, e fu lui a sconsigliarla a Pio XII. Per continuare su questa via, sarebbe opportuno aggiornare le formulazioni di quei dogmi di fede che con l’avanzare delle conoscenze «sono diventati incomprensibili e rischiano di trasformarsi in un insostenibile fardello per gli uomini di scienza», si legge sull’Avvenire.

Indagine scientifica
«Una visione religiosa o spirituale del mondo non può essere in conflitto con la realtà che emerge dall’indagine scientifica. In passato la Chiesa non è sempre stata impeccabile da questo punto di vista, ma i tempi per fortuna sono cambiati», commenta Balbi. Come si vede, ce n’è abbastanza per desiderare che a Lemaître venga co-intitolata la legge dell’espansione dell’universo. E, perché no, anche una missione spaziale.

17 agosto 2018 (modifica il 17 agosto 2018 | 22:08)

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