lunedì 26 settembre 2016

I limenesi nella Grande guerra 15-18



Ricerche di storia locale
I limenesi nella Grande guerra ‘15-18
Attività realizzata con una classe seconda
di Bruno Trevellin, docente


Un’uscita sul territorio
La realizzazione del lavoro di ricerca sui limenesi morti al fronte durante la guerra 15-18 è iniziata con un’uscita sul territorio per verificare le tracce lasciate dalla cosiddetta Grande guerra nel nostro paese. Ebbene, in piazza Diaz c’è il monumento con le lapidi che riportano i nomi dei caduti e che tutti i limenesi vedono più o meno ogni giorno. Inoltre sul territorio numerose vie sono intitolate a luoghi, persone o avvenimenti di quella tragica vicenda bellica.
I ragazzi sono stati invitati a fare i loro rilievi fotografici usando…il cellulare.

I caduti limenesi nella Prima Guerra mondiale presenti sulle lapidi di piazza Diaz. Una schedatura
Sono 63 in totale. La scheda di ciascuno può essere consultata nel sito del Ministero della Difesa creato ad hoc. Per alcuni non esistono tuttora informazioni per cui sono stati inseriti dai ragazzi nella seguente scheda con la semplice dicitura ‘dati non reperibili’. Si potrà notare che sono morti in combattimento o per malattia.
Tutti i dati si posso trovare nel sito del ministero della difesa http://www.difesa.it/Il_Ministro/CadutiInGuerra/Pagine/AlbodOro.aspx


AGOSTINI GIORDANO
data di nascita 5/1/1886
data di morte 5/11/1916
causa malattia
grado soldato

AGOSTINI INNOCENTE
data di nascita 21/9/1882
data di morte 10/11/1915
causa combattimento
grado soldato semplice

AGUGIARO REMIGIO
data di nascita 16/11/1894
data di morte 25/9/1916
causa ferite da combattimento
grado soldato

BEVILACQUA PRIMO
data di nascita 31/12/1888
data di morte 6/8/1916 in Oslavia
causa ferite da combattimento
grado caporale

BOZZOLAN GIUSEPPE
data di nascita 28/05/1997
data di morte 10/08/1918  Limena
causa malattia
grado soldato

CARRARO IGINIO
Data di nascita 7/4/1894
Data di morte 2/11/1916
Causa ferite da combattimento
Grado soldato

CARRARO SAVERIO
dati non reperibili


CASTELLAN ANGELO
nato il 6/3/1893
morto il 3/10/1916 nel Medio Isonzo
causa ferite da combattimento
grado soldato

CRESCENZIO ITALO
dati non reperibili

DE ROSSI ANTONIO
data di nascita 11/06/1887
data di morte18/03/1917  Carso
causa ferite da combattimento
grado soldato

FABRIS BENIAMINO
data di nascita 20/03/1890
data di morte 14/08/1916 Medio Isonzo
causa ferite da combattimento
grado soldato

FORESE GIULIO
dati non reperibili

GAIOLA ROMANO
Data di nascita  15.08.1899
Data di morte  18.10.1917  Udine
Causa morte  Malattia
Grado  Caporale

GARZIN ANTONIO
Data di nascita  21.01.1881
Data scomparsa 16.10.1916  
Combattimento
Luogo scomparsa  Carso
Grado  Soldato

GIALDISI GIOVANNI
Data di nascita  23.12.1884
Data di morte  3.04.1916  Monte Tonale
Causa morte  Caduta di valanga
Grado  Soldato

GUIDOLIN GIOVANNI
Data nascita  4 Settembre 1899
Data morte  3 Agosto 1918   Monte Grappa
Causa morte  Ferite da combattimento
Grado  Soldato

LOVISON VITTORIO
Data nascita  4 Giugno 1882
Data morte  1 Novembre 1916   Carso
Causa morte  Combattimento
Grado  Soldato

MALOSSO ANTONIO
Data nascita  8 Novembre 1883
Data Morte  12 Luglio 1917
Causa Morte  Malattia
Grado  Soldato

MARINI LUIGI 
Dati non reperibili

MARTINELLO ATTILIO
Data di nascita  28 Settembre 1883
Data morte  25 ottobre 1917  Ospedaletto Da campo N.166
Causa morte  Malattia.
Grado  Soldato

MASIERO FEDERICO
Data di nascita  16 Febbraio 1886
Data morte  31/08/1916  Monte Forame
Causa morte  Ferite da combattimento
Grado  Soldato

MASIERO GIACOMO
Data di nascita  16 Aprile 1881
Data  morte  11 Ottobre 1917  Medio Isonzo
Causa morte  Ferite da combattimento.
Grado  Soldato

MEZZALUNA MODESTO 
Dati non reperibili

MENEGAZZO EDOARDO
Data di nascita  20 Giugno 1893
Data morte  3 Novembre 1915  Oslavia
Causa morte Combattimento
Grado  Caporale

MICHIELON LUIGI 
Dati non reperibili

NARDIN EMILIO
Data di nascita  19 Ottobre 1885
Data morte  17 Ottobre 1917  Cuneo
Causa  morte  Malattia.
Grado  Soldato

PACCAGNELLA ANGELO
dati non reperibili

PACCAGNELLA CECILIO
Data di nascita  13 Dicembre 1888
Data morte  18 Ottobre 1918  Treporti
Causa morte  Malattia.
Grado  Caporale

PEDINI ANTONIO
Data nascita  2 Aprile 1886
Data morte  27 Novembre 1918  Ospedale da Campo N.235
Causa morte  Malattia.
Grado  Soldato

PEGORARO ALBERTO
data di nascita 22/04/1899
data di morte 18/10/1918 Ospedale Da Campo n. 0126
causa malattia
grado soldato

PEGORARO UMBERTO
data di nascita 22/8/1893
data di morte 29/10/1915 Ospedaletto Da Campo n. 115
causa malattia
grado soldato

PERIN DOMENICO
data di nascita 30/1/1882
data di morte 30/12/1917 in prigionia
causa malattia
grado soldato


PICCOLO BONFIGLIO


data di nascita 13/6/1895


data di morte 18/10/1918 Ospedale Da Campo n. 089


causa malattia


grado soldato





PICCOLO GIUSEPPE


data di nascita 30/3/1886


data di morte 20/6/1918 a Montello


causa ferite da combattimento


grado sergente





PICCOLO STANISLAO


dati non reperibili





PIEROBON ANACLETO


data di nascita 3/3/1876


data di morte 27/2/1916 Ospedale Da campo n. 041


causa malattia


grado soldato





POLETTO ANTONIO


data di nascita 2/10/1884


data di morte 20/5/1918 Ospedale Da Campo n. 73


causa malattia


grado soldato





RAGAZZO ANTONIO


data di nascita 13/6/1899


data di morte 20/6/1918 a Montello


causa ferite da combattimento


grado soldato





ROSA ANTONIO


data di nascita 12/6/1890


data di morte 14/10/1916 Ospedale Da Campo n. 183


causa ferite da combattimento


grado caporale





ROSSI VIRGINIO


data di nascita 23/4/1887


data di morte 29/10/1918 


causa ferite da combattimento


grado soldato


SCANTANBURLO ISIDORO

dati non reperibili



























SCOTTAN GIUSEPPE

data di nascita 1/7/1881

data di morte 14/6/1918 in Prigionia

causa di morte malattia

grado soldato




SCHIAVO NARCISO

data di nascita 15/2/1899

data di morte giugno del 1918 a Montello

causa di morte combattimento

grado soldato







TOMBOLATO GIUSEPPE

data di nascita 13/10/1887

data di morte11/11/1918 in Prigionia

causa di morte malattia

grado soldato



TONELLO GIOVANNI

data di nascita 9/10/1879

data di morte 2/9/1916 a Forni di Sopra

causa di morte malattia

grado Caporale Maggiore



TONELLO GIULIO

data di nascita 25/6/1886

data di morte 16/5/1916 nel Carso

causa di morte ferite da combattimento

grado soldato



TURATO GINO

dati non reperibili


























































TISO AUGUSTO

data di nascita 14/5/1893

data di morte 29/3/1916 nel Medio Isonzo

causa ferite riportate in combattimento

grado soldato



TISO CESARE

data di nascita 7/9/1885

data di morte 27/3/1916

causa morte ferite da combattimento

grado soldato


TURATO GIUSEPPE
data di nascita 25/9/1885
data di morte 13/3/1917 nell’ospedale di campo n° 23
causa di morte malattia
grado soldato

UBIGLIA STEFANO
data di nascita 4/8/1886
data di morte 25/5/1917 nel Carso
causa morte ferite da combattimento
grado soldato


VAROTTO RICCARDO

nato il 06/06/1891

morto il 28/08/1917 Ospedaletto da Campo 144

causa ferite da combattimento

grado soldato



ZAGHETTO AQUINO

nato il 16/12/1896

morto il 17/06/1918 ospedale di guerra

causa ferite

grado soldato



ZANETTO FORTUNATO

nato il 02/12/1892

morto il 09/03/1917 nel Carso

causa ferite

grado soldato







ZANIN ALESSANDRO
nato il 05/12/1893
morto il 27/03/1918 in prigionia
causa infortunio di guerra
grado caporale

ZANIN COSTANTE
dati non pervenuti

ZANOVELLO ANGELO
nato il 02/09/1895
morto il 26/07/1916 
causa ferite
grado soldato

ZANOVELLO GIULIO
dati non reperibili


ZANOVELLO TURIBIO
nato il 08/05/1893
morto il 23/05/1917 nel Carso
causa ferite da combattimento
grado soldato

ZOCCARATO LUIGI
nato il 25/03/1894
morto il 12/08/1918 a Limena
causa malattia
grado soldato

ZOCCARATO RICCARDO
dati non reperibili


ZOIN AUGUSTO
dati non reperibili





ZUIN GIUSEPPE
nato il 22/05/1891
morto il 14/01/1918 a Verona
causa malattia
grado soldato





La meglio gioventù: ventenni, trentenni e ragazzi del ‘99
I più sono morti appena ventenni (24) o trentenni (23). Uno solo a quarant’anni (Pierobon Anacleto). Tra loro anche cinque ragazzi del ’99 (Gaiola Romano, Guidolin Giovanni, Pegoraro Alberto, Ragazzo Antonio, Schiavo Narciso).
Bastano questi dati per dire che quella guerra si è portata via ‘la meglio gioventù’ di Limena di quegli anni. Erano sicuramente giovani uomini con figli o appena sposati.

I cognomi dei prof. e degli studenti
Lo stesso lavoro di ricerca sul sito del ministero lo abbiamo fatto per i cognomi dei docenti e degli studenti della classe. E’ impressionante il fatto che ci siamo tutti, come a dire che quella guerra ha coinvolto e sconvolto tutte le famiglie dell’epoca. Indicando solo il numero di volte in cui il cognome di uno studente è stato trovato, abbiamo questi dati: 33-225-7-35-2-120-6-39-266-61-20-4-4-175-85-39-4-3-87-23.
Ovviamente ci sono cognomi più diffusi e altri meno, ma il fatto rilevante è che ci sono proprio tutti.

Un cavaliere di Vittorio Veneto
Tra i cognomi della classe figura anche un bisnonno (Masiero Cesare), cavaliere di Vittorio Veneto. L'ordine fu istituito con legge 263/1968 nel cinquantenario della vittoria italiana nella prima guerra mondiale al fine di «esprimere la gratitudine della Nazione» a tutti i soldati italiani che avevano combattuto almeno sei mesi durante la prima guerra mondiale. L’onorificenza era destinata a tutti i reduci che, alla data del 1 gennaio 1968, fossero ancora viventi; oltre al diploma di riconoscimento, la legge prevedeva anche un assegno vitalizio di 50 mila lire annue.

(Masiero Cesare, foto di famiglia)

Alcuni dati sull’inutile strage
Riportiamo solo alcuni dati significativi che ci riguardano per cogliere meglio che più che di una grande guerra si trattò effettivamente di ‘una inutile strage’, come ebbe a dire il papa di allora Benedetto XV, che si prese pure l’accusa di ‘disfattismo’ da parte delle autorità politiche e militari di allora.





Uno studio stimò che 378.000 militari furono uccisi in azione o morti per le ferite riportate, 186.000 morirono di malattie e 87.000 furono invalidi deceduti a causa delle ferite riportate in guerra.
I morti civili furono 589.000 a causa di malnutrizione e carenze alimentari e 432.000, circa, a causa dell'influenza spagnola.

Uno studio stimò in un totale di 1.100.000 i militari dell'Austria-Ungheria caduti durante la prima guerra mondiale, mentre furono 900.000 i militari austro-ungarici morti in azione, per le ferite riportate o dispersi presunti morti. Sono in corso numerose ricerche sul numero esatto dei caduti.
Furono 467.000, circa, i morti tra i civili a causa di malnutrizione e 120.000 i civili uccisi in azioni militari.


LE GRANDI BATTAGLIE DELLA GUERRA ‘15-18

La maggior parte dei limenesi morì combattendo sull’Isonzo o in conseguenza delle ferite riportate in battaglia. Elementi caratteristici di quella guerra furono i forti e le trincee, essendosi subito trasformata in guerra di posizione.





La battaglia degli altipiani (alto vicentino, Pasubio, Altopiano di Asiago, Folgaria, Tonezza, Lavarone)

La battaglia degli Altipiani fu combattuta tra il 15 maggio e il 27 giugno 1916, sugli altipiani vicentini, tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico impegnati in quella che fu definita dagli italiani come 'Strafexpedition'; in tedesco, tradotta 'spedizione punitiva'. In tedesco la battaglia è chiamata Südtiroloffensive (poiché all'epoca il Trentino era il territorio più a sud del Tirolo). Durante la battaglia le perdite tra i due eserciti ammontarono a 230.545 uomini

Le dodici battaglie sull’Isonzo:

Prima battaglia sull’Isonzo
Le forze italiane che presero parte alla la Battaglia dell'Isonzo ammontavano a 250.000 uomini opposti a 115.000 austroungarici.
Le perdite furono moltissime da entrambi gli schieramenti: ben 14.917 italiani tra morti feriti e dispersi e 10.400 austroungarici.

Seconda battaglia sull’Isonzo
La battaglia costò agli italiani circa 42.000 uomini tra morti feriti e dispersi; gli austroungarici ebbero oltre 47.000 soldati fuori combattimento.

Terza battaglia sull’Isonzo
Il numero dei caduti assunse i caratteri di una tragedia: in dieci giorni le perdite furono di 67.000 uomini ed alcune brigate furono letteralmente decimate (la 'Catanzaro' sul Monte 'San Michele' perse quasi 3.000 soldati) Stessa situazione sul Monte Calvario sul Sabotino e sulla quota 121 di Monfalcone dove tutti i tentativi di conquistare le trincee austroungariche fallirono.

Quarta battaglia sull’Isonzo
Le artiglierie italiane non riuscirono ad aprire la strada alle fanterie nei profondi reticolati davanti alle difese avversarie, per cui l'ultimo sforzo italiano del 1915 dovette arrestarsi.
La 3a e la 4a Battaglia dell'Isonzo costarono all'Italia 116.000 uomini messi fuori combattimento; all'Austria oltre 70.000 e 12.500 prigionieri.

Quinta battaglia sull’Isonzo
Più a nord attorno alla cittadina di Tolmino le condizioni climatiche erano ancora così difficili da imporre quasi subito l'interruzione delle azioni, terminate su tutto il fronte il 15 marzo, senza nessuna conquista e la perdita di 13.000 uomini.

Sesta battaglia sull’Isonzo
Le perdite italiane nella battaglia dal 6 al 17 agosto furono di 51.232 uomini di cui 1.759 ufficiali. Gli austriaci ebbero fuori combattimento 41.835 uomini di cui 807 ufficiali.

Settima battaglia sull’Isonzo
Dal 14 al 17 settembre si ebbero fuori combattimento 20.333 soldati e 811 ufficiali.

Ottava battaglia sull’Isonzo
Dal 10 al 12 ottobre si ebbero 23.802 soldati e 782 ufficiali persi tra gli italiani e 39.800 e 813 ufficiali tra gli austriaci.

Nona battaglia sull’Isonzo
Dal 1 al 4 novembre la 2a e la 3a Armata ebbero fuori combattimento circa 39.000 uomini gli austriaci 33.000. Dalla fine di agosto erano stati uccisi o catturati almeno 130.000 uomini italiani.

Decima battaglia sull’Isonzo
Il 12 maggio alle 4 del mattino le artiglierie italiane aprono il fuoco che continuerà sino al pomeriggio del 14 (furono utilizzati 2.300 cannoni e 1.000 bombarde che in 2 giorni spararono circa 1.000.000 di colpi). tra il 14 e il 15 maggio ebbero fuori combattimento 1.517 uomini di truppa e 36
ufficiali. Il 23 maggio entrano in azione sul Carso le truppe della 3a Armata. Il 28 maggio terminava la battaglia: le perdite subite ammontarono a circa 44.000 uomini fuori combattimento mentre per gli austriaci furono circa 76.000.

Undicesima battaglia sull’Isonzo
L'11a Battaglia dell'Isonzo era costata agli italiani circa 144.000 uomini messi fuori combattimento tra morti feriti e dispersi mentre per gli austriaci furono 85.000. Vennero sparati circa 4.000.000 di proiettili da parte dell'artiglieria italiana e circa 2.000.000 da quella austriaca che ebbe oltre il 38% dei suoi cannoni fuori uso. L'Altopiano della Bainsizza dimostrò di essere un terreno molto difficile da attraversare e l'esercito impiegò diversi giorni per spostare gli armamenti pesanti. Inoltre l'ultimo
obiettivo di questa operazione il Monte San Gabriele era ben presidiato dagli austroungarici.
Nei successivi 20 giorni si susseguirono diversi attacchi che costarono la vita a 25.000 soldati italiani ma la cima non fu conquistata. Il 19 settembre fu evidente che non ci sarebbe stata più alcuna avanzata e l'offensiva venne sospesa.

Dodicesima battaglia sull’Isonzo
Il 10 novembre terminava la ritirata italiana: era costata 10.000 morti 30.000 feriti 300.000 prigionieri 350.000 sbandati e disertori. Erano stati persi 3.152 pezzi d'artiglieria, 1.732 bombarde, 3.000 mitragliatrici.
Rimanevano 400.000 uomini in piena efficienza dallo Stelvio al Brenta e altri 300.000 uomini, i resti della 2a e della 3a Armata dal Brenta al mare aggrappati al Massiccio del Grappa.

La guerra sul Grappa
Nella prima guerra mondiale, dopo la sconfitta italiana di Caporetto, la cima diventò il perno della difesa italiana. Nell'anno di guerra sul Grappa, tra novembre 1917 e novembre 1918, quasi 80.000 furono i morti austro-ungarici e tedeschi, imprecisato, ma altissimo, il numero di feriti e mutilati.


La battaglia sul Piave
La tentata offensiva austriaca si tramutò in una pesantissima disfatta:
tra morti, feriti e prigionieri gli austro-ungarici persero quasi 150.000 uomini. La battaglia fu tuttavia violentissima e anche le perdite italiane ammontarono a circa 90.000 uomini.

Sulla battaglia del Piave fu scritta anche una canzone, che rimase inno nazionale dal 1946 al 1947.

Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera!
Muti passaron quella notte i fanti,
tacere bisognava e andare avanti.
S'udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar de l'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
il Piave mormorò: "Non passa lo straniero!"
Ma in una notte triste si parlò di tradimento
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento.
Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto,
per l'onta consumata a Caporetto.
Profughi ovunque dai lontani monti,
venivano a gremir tutti i ponti.
S'udiva allor dalle violate sponde
sommesso e triste il mormorio de l'onde.
Come un singhiozzo in quell'autunno nero
il Piave mormorò: "Ritorna lo straniero!"
E ritornò il nemico per l'orgoglio e per la fame
voleva sfogar tutte le sue brame,
vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora!
No, disse il Piave, no, dissero i fanti,
mai più il nemico faccia un passo avanti!
Si vide il Piave rigonfiar le sponde
e come i fanti combattevan l'onde.
Rosso del sangue del nemico altero,
il Piave comandò: "Indietro va', straniero!"
Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento
e la Vittoria sciolse l'ali al vento!
Fu sacro il patto antico, tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro e Battisti!
Infranse alfin l'italico valore
le forche e l'armi dell'Impiccatore!
Sicure l'Alpi, libere le sponde,
e tacque il Piave, si placaron l'onde.
Sul patrio suol vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò né oppressi, né stranieri!

La pianta di Limena con evidenziate la piazza e le vie intitolate alla Grande Guerra







A Limena sono numerose le vie che vogliono ricordare luoghi e vicende della Prima guerra mondiale.

Via Ortigara deriva dal monte Ortigara situato in Provincia di Vicenza, lungo il confine fra Veneto e Trentino-Alto Adige. L'Ortigara fu teatro di una terribile battaglia, passata alla storia come battaglia dell'Ortigara. Tale battaglia si combatté fra il 10 e il 29 giugno 1917 e vide impiegati complessivamente 400.000 soldati per la conquista della montagna. Per avere un'idea della violenza degli attacchi che qui si svolsero, si pensi che gli austriaci consumarono, in una sola mezza giornata, 200 tonnellate di munizioni.

Via Pasubio deriva dal Pasubio, un massiccio calcareo situato al confine tra le province di Vicenza e Trento. È stato un importante luogo dei combattimenti della prima guerra mondiale.

Via Piave deriva dal Piave, fiume che scorre interamente in Veneto ed è noto in tutta la penisola come il "Fiume Sacro alla Patria" in memoria dei combattimenti di cui fu teatro durante la prima guerra mondiale.

Via Quattro Novembre deriva dalla Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate è una giornata celebrativa nazionale italiana, istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale e festeggiata ogni 4 novembre.

Via Trento deriva dal nome della città di Trento. Durante la prima guerra mondiale fu dichiarata città fortezza (Fortezza di Trento) e divenne il caposaldo del fronte
meridionale austro-ungarico. Più di 60.000 trentini, soldati di leva obbligatoria, combatterono nell'Imperial regio Esercito austro-ungarico, migliaia di soldati trentini (10 001 in tutta la provincia, di cui 1000 provenienti dalla città di Trento) caddero in battaglia nei reggimenti dei Tiroler Kaiserjäger(cacciatori imperiali tirolesi).

Via Ventiquattro Maggio deriva dalla data (24 maggio 1915) in cui l'Italia entra in guerra a fianco di Francia e Gran Bretagna. Dal Forte Verena, sull'altopiano di Asiago, parte un primo colpo di cannone verso le fortezze austriache situate sulla Piana di Vezzena: l'Italia inizia ufficialmente le operazioni militari nella prima guerra mondiale.

Via Vittorio Veneto deriva dalla battaglia di Vittorio Veneto, caratterizzata da una fase iniziale duramente combattuta, durante la quale l'esercito austro-ungarico fu ancora in grado di opporre valida resistenza sia sul Piave che nel settore del Monte Grappa, a cui seguì un improvviso e irreversibile crollo della difesa, con la progressiva disgregazione dei reparti e defezioni tra le minoranze nazionali, che favorirono la rapida avanzata finale dell'esercito italiano fino a Trento e Trieste.

Piazza Diaz: Armando Vittorio Diaz (nato a Napoli il 5 dicembre 1861 e morto a Roma il 29 febbraio 1928) è stato un generale italiano, capo di stato maggiore del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, ministro della guerra e maresciallo d’Italia, nominato Duca della Vittoria alla fine del conflitto.

Via Gorizia: per la sua posizione e per la sua storia, la città è uno dei punti di congiunzione fra il mondo latino, slavo e germanico. Come il resto del Goriziano, la città rientra sia nei confini del Friuli storico che in quelli della Venezia Giulia.

Via Eugenio Manetti: limenese partito volontario per il fronte.

Via Cesare Battisti: irredentista italiano di Trento, dedicò la vita alla causa della sua regione, il Trentino, per ottenerne l'autonomia amministrativa dall'Impero austriaco e l'annessione all'Italia. Allo scoppio della prima guerra mondiale sostenne le ragioni dell'intervento italiano contro l'Austria e si arruolò negli alpini. Cadde prigioniero e fu giustiziato (1916).

Via Monte Grappa: furono gettati sul campo i 'ragazzi del 99'. Per la prima volta, nella fragile ed ancora breve storia dell'Italia unita, la guerra entrò in tutte le case italiane, guerra totale e non più guerra lontana com'era prima di Caporetto.

Via Montello: qui infatti si svolsero i momenti più importanti della Grande Guerra dopo la disfatta di Caporetto: dalla resistenza decisiva contro la spinta austro-ungarica (nelle battaglie di arresto e del Solstizio) all’offensiva finale, che decretò la fine del conflitto e la vittoria del Regno d'Italia.

Via Guido Negri: il ‘capitano santo’ di Este morto nel 1916 sul monte Colombara.

Viale della Rimembranza, quello che conduce alla chiesa parrocchiale vuole nel nome ricordare i caduti nella guerra 15-18. Una croce, un elmetto da fante e una baionetta all’ingiù su una lapide marmorea sono più che eloquenti per indicare le sofferenze patite in quella guerra.



(avvertenza: Le informazioni di carattere storico sono state ricavate dai vari siti internet consultati)




Realizzazione del progetto:
Uscita sul territorio 24 maggio 2016
Attività di ricerca in classe e a casa maggio-giugno 2016