Limena, le statue di Prometeo liberato
dalle catene all’ingresso di villa Manetti-Cozzi (inizi sec. XIX)
di Bruno Trevellin
Sui
due pilastri all’entrata della villa Manetti-Cozzi di Limena sono collocate due
statue in pietra raffiguranti l’eroe Prometeo con le catene appena spezzate (ben
visibili) da Ercole che, secondo il mito, lo liberò dalla roccia del Caucaso cui
era incatenato dopo aver ucciso con una freccia l’aquila che lo tormentava. Oltre
alle catene spezzate, risulta ben visibile anche la colonna/roccia cui era tenuto
prigioniero. L’eroe è raffigurato con uno sguardo arcigno rivolto verso il
cielo in atteggiamento di sfida.
Le
statue si possono far risalire agli inizi del XIX secolo, all’epoca di
edificazione della villa.
Prometeo (raro, alla
greca, Prometèo;
gr. Προμηϑεύς, lat. Prometheus)
Personaggio della mitologia greca con un suo preciso posto anche nel culto: la
festa ateniese Promètheia (gr.
τὰ Προμήϑεια; corse con fiaccole) era una commemorazione del ratto del fuoco.
Prometeo aveva una tomba a Opunte e ad Argo.
Il mito di Prometeo fu trattato con grande rilievo da Esiodo
(che ne fu forse il creatore), Eschilo e Platone. In Esiodo (Teogonia)
Prometeo è un Titano, figlio di Giapeto e dell'oceanide Climene, che in
contrasto con Zeus favorisce gli uomini, dapprima con l'attribuire loro la
parte migliore delle vittime sacrificate, poi dando loro il fuoco di cui Zeus
per vendetta li aveva privati. Zeus punisce Prometeo facendolo incatenare a una
colonna e inviando l'aquila a divorargli il fegato che sempre ricresce; gli
uomini sono puniti con la creazione della donna, Pandora, che Epimeteo, il
fratello stolto di Prometeo, accetta in sposa (Esiodo accetta per Prometeo
l'etimologia da προμανϑάνω "saper prevedere" e in contrasto crea Epimeteo
da ἐπιμανϑάνω "rendersi conto dopo"). Eschilo dedicò a Prometeo una
intera trilogia, della quale rimane il Prometeo legato. Platone nel Protagora mette
in bocca al sofista una versione poco diffusa del mito, che fa Prometeo
creatore degli uomini; insieme a Epimeteo Prometeo viene poi incaricato da Zeus
di distribuire agli esseri viventi le varie qualità e, poiché Epimeteo sbaglia
favorendo gli animali, Prometeo rimedia donando agli uomini il fuoco e la
saggezza. In tutto lo sviluppo letterario del mito appare evidente la tendenza
ad arricchirlo di motivi filosofici, facendo di Prometeo l'incarnazione dello
spirito d'iniziativa dell'uomo e della sua tendenza a sfidare le forze divine;
in ciò si riflette probabilmente l'orgogliosa coscienza di ceti artigiani
politicamente emergenti.
Nelle letterature moderne il mito di Prometeo, variamente inteso
e celebrato, ha ispirato il frammento drammatico Prometheus (1773) di J. W. Goethe, il dramma
lirico Prometheus
unbound (1820) di P. B. Shelley, il poemetto Prometeo (uscito
postumo nel 1832) di V. Monti, la prosa Prométhée mal enchaîné (1899) di A. Gide, il
poema Prometheus
und Epimetheus (1880-81) di C. Spitteler, cui lo stesso autore
fece seguire molto più tardi (1924) l'altro poema Prometheus der Dulder; la trilogia drammatica
Προμηϑέας ("Prometiade", 1942), di N. Kazantzàkis.
Anche varie composizioni musicali sono state dedicate al mito,
dal balletto Die Geschöpfe
des Prometheus (1800) di L. van Beethoven, al poema sinfonico Prometheus (1850-55)
di F. Liszt, alla tragedia lirica Prométhée (1900) di G. Fauré, al Prometej.
Poema ognia ("Prometeo. Il poema del fuoco", 1910)
di A. N. Skrjabin, al Prometheus di
(1968) C. Orff.
L'arte antica raffigura fino dal sec. VII a. C. la scena della
punizione con Prometeo legato prima a una colonna, poi a una rupe. Il ratto del
fuoco compare invece dalla seconda metà del V sec. a. C. Nel trono di Zeus a
Olimpia, Paneno lo aveva dipinto liberato da Eracle. La scena della creazione
degli uomini è raffigurata spesso sui sarcofagi romani con senso allegorico.
(testo da: http://www.treccani.it/enciclopedia/prometeo/)
Nessun commento:
Posta un commento