lunedì 22 ottobre 2018

Limena e i suoi beni storico-culturali


Limena e i suoi beni storico-culturali
(Limena, mappa del 1633)

Le ville venete, gli insediamenti rurali, i corsi d’acqua, i centri storici, le zone archeologiche

(Estratto dalla ‘Relazione specialistica. Sistema dei beni storico-culturali’ del Pat di Limena, a cura di Bruno Trevellin, con aggiunta di foto)

Il PAT (Piano di Assetto del Territorio) di Limena recepisce ed integra i sistemi e gli immobili da tutelare per i quali specifica la relativa disciplina.
Tali elementi sono così individuati:
- gli edifici di valore storico-architettonico, culturale e testimoniale ed i relativi spazi inedificati di carattere pertinenziale e i contesti figurativi;
- il sistema insediativo rurale e le relative pertinenze piantumate;
- la viabilità storica extraurbana e gli itinerari di interesse storico ambientale;
- le zone di interesse archeologico;
L’analisi di settore del territorio comunale ha evidenziato alcune specifiche presenze di seguito descritte.
Il territorio di Limena comprende due Ville Venete catalogate dall’Istituto Regionale Ville Venete. Esse sono: le Barchesse di Villa Fini, che facevano parte di un grande complesso monumentale costruito nella seconda metà del ‘600 dalla nobile famiglia veneziana Fini, originaria dell’isola di Cipro, come simbolo della grandezza della famiglia. La Villa si trovava al centro di due barchesse ad L da cui si dipartivano due emicicli ad esedra che terminavano lungo la strada ove si trovava una recinzione con cancellata su pilastri. I Fini erano proprietari in territorio di Limena di una grande quantità di terreni. Nella raccolta di iscrizioni del Salomonio (Agri Patavini Inscriptiones sacrae et prophanae) pubblicata nel 1696 la villa viene descritta come un “suntuoso palazzo costruito per incarico di Vincenzo Fini, procuratore di San Marco, che si erge per ampiezza di saloni, per numero di stanze, per terrazze e passaggi coperti e per la varietà degli ornamenti quasi un palazzo reale”. Non si conoscono le modalità della demolizione della Villa avvenuta verso la fine del ‘700. Del complesso rimangono, come detto, le due grandi barchesse e l’Oratorio edificato nella metà del Settecento. Nel 1813 la vedova di Gerolamo Fini vendette parte delle sue proprietà a Francesco Morsari, il quale dopo la sua morte, avvenuta nel 1850, lasciò i suoi beni in eredità alla Casa di Riposo di Padova. Nel 1982 la barchessa di sinistra fu acquistata dal comune e restaurata. L’Oratorio, dedicato alla Vergine del Rosario, è attribuito all’architetto Alessandro Tremignon. La sua opera più nota è la facciata della Chiesa di San Moisè in Venezia (1688 circa).
(Limena, catasto austriaco 1830 circa)

Villa Marioni, Pagan, Pacchierotti, Trieste, De Benedetti, sorge in un ansa del fiume Brenta ad est dell’attuale centro abitato nella località Tavello. Costruita probabilmente nella prima metà del Seicento, fu in seguito rimaneggiata e nelle dichiarazioni d’estimo del 1740 compare anche l’oratorio. E’ costituita da un volume compatto che si estende su tre piani caratterizzato da un triplo pronao tetrastilo, appena aggettante, coronato da timpano superiore. L’oratorio, annesso alla Villa, ha l’altare decorato da tre statue in pietra attribuite ad Orazio Mannali. La Villa è inserita in un parco cui si accede attraverso una cancellata con pilastri sormontati da statue.
Gli immobili sottoposti a tutela mediante Decreto ai sensi del D.Lgs 42/2004 nel territorio di Limena sono i due immobili sopra citati, Ex Barchessa Fini con Oratorio, spazio scoperto e pilastri d’ingresso e di recinzione, Villa Pacchierotti con le adiacenze ed inoltre la Chiesa arcipretale con affresco del sec. XV. Per le Ville Venete catalogate dall’IRVV e per la Chiesa sono state individuate le Pertinenze scoperte da tutelare. Per la Villa Marioni, Pagan, Pacchierotti, Triese, De Benedetti anche il Contesto figurativo.
Vengono individuati inoltre i seguenti provvedimenti di tutela ai sensi del D.Lgs 42/2004 art. 136 – Immobili ed aree di notevole interesse pubblico: Decreto Ministeriale 16 febbraio 1970 – Gazzetta Ufficiale n. 66 del 13.03.1970
- Alberature ai margini della strada statale 47 “Valsugana” nel territorio dei Comuni di Limena, Curtarolo, Campo San Martino, San Giorgio in Bosco e Cittadella.
(Limena, filare di platani lungo la Valsugana)

Elenco degli edifici di proprietà comunale ed ecclesiastica edificati presumibilmente da più di settanta anni esistenti nel territorio di Limena
Proprietà comunale
Caserma Carabinieri Ex Sede Municipale,
Edificio “delle Associazioni” Ex Distretto Sanitario;
Proprietà ecclesiastica
Chiesa Parrocchiale Santi Felice e Fortunato,
Casa del Villaggio via SS. Felice e Fortunato,
Centro Parrocchiale.
Tali immobili dovranno essere sottoposti a V.I.C. (Valutazione di Incidenza) ai sensi degli artt. 10 e 12 del D.L.gvo 42/2004 (Codice dei Beni Culturali).
Si segnalano nel capoluogo la Chiesa Parrocchiale dei SS. Felice e Fortunato e l’Oratorio della Beata Vergine del Rosario. La Chiesa attuale è stata costruita nei primi anni del Novecento (inizio dei lavori il 26.12.1914) su progetto dell’Ing. Tomasetti. Della vecchia Chiesa è rimasto solo il pavimento del coro e parte di un affresco della seconda metà del ‘400. La Chiesa sorge in posizione discosta rispetto alla piazza formatasi in periodo medioevale; precedentemente, prima dell’escavo del canale Brentella, il centro del paese era costituito dalla vecchia chiesa con il borgo circostante.
Vi sono altri edifici di valore monumentale testimoniale, aventi elevato grado di conservazione dell’architettura e della tipologia insediativa e costituenti complessi di notevole valore storico-ambientale ovvero:
- Edificio denominato Corte Ferro, sito all’interno dell’attuale centro edificato che, nel Catasto Austriaco (anno 1830-1845), risulta di proprietà di Ferro Bernardo q.m Marco; in questa planimetria l’edificio risulta di ingombro minore dell’attuale, nella mappa del Catasto Austro-Italiano (anno 1845-1885) assume la forma attuale, dunque l’attuale complesso edilizio può essere datato attorno alla metà del XIX secolo.
(Limena, corte Ferro)
- Edificio rurale denominato Ca’ Rossa, sito a sud ovest del territorio in prossimità del corso della Brentella, esistente nel Catasto Austriaco quale casa colonica di proprietà di Donà Nobile Vincenzo q.m Pietro e figli Nobili Pietro e Catterina amministrati dal proprio padre, possesso controverso da Foscarini Giacomo; l’edificio appare sostanzialmente invariato nel Catasto Austriaco e, dunque, le sue sembianze settecentesche appaiono verosimili.
(Limena, edificio rurale Ca’ Dona’-Ca’ Rossa)

- Edificio rurale denominato Corte Colpi, sito a sud est del territorio in prossimità del corso del Brenta, esistente nel Catasto Austriaco quale casa colonica di proprietà di Muja Levi Cervo q.m Leone usufruttuario e Seriman Fortunato, Taddeo e Rosa fratelli e sorella q.m Nazzaro proprietari; visti i Catasti storici la Corte Colpi può farsi risalire al XVIII secolo.
(Limena, edificio rurale Seriman-Colpi)

I corsi d’acqua sottoposti a vincolo paesaggistico sono il Brenta, che segna il confine est del territorio comunale, il Naviglio Brentella, che si dirama dal corso del fiume Brenta a nord del centro abitato e percorre il territorio verso sud, e lo Scolo Porra, che nasce a Taggì di Sopra dalla confluenza del rio Fosco con lo scolo Limenella e dopo aver attraversato il territorio di Limena in direzione ovest-est confluisce nel Brentella.
(Limena, scolo Porra all’imboccatura col Brentella)

Le zone gravate da “usi civici” sono terreni per i quali a seguito di una verifica catastale congiunta Comune e Regione ai sensi della L.R. 22.07.1994 n. 31 é stato riconosciuto originariamente un uso collettivo. Tali aree sono sottoposte a tutela paesaggistica ai sensi dell’art. 142 lettera h) del D.Leg.vo 42/2004.
L'uso civico è un diritto che spetta ai componenti di una collettività delimitata territorialmente di godere di terreni o beni immobili appartenenti alla collettività medesima (in modo indiviso) ovvero a terzi (privati). Il diritto si esplica tramite l’esercizio di usi finalizzati a soddisfare i bisogni essenziali della collettività. I diritti di godimento più diffusi riguardano l’esercizio del pascolo e del legnatico. Altri diritti storicamente esercitati erano ad esempio la semina, il vagantivo (consistente nel diritto di vagare per terreni paludosi al fine di raccogliere canne, erbe e paglie, nonchè di cacciare e pescare), lo stramatico (consistente nel diritto di raccogliere erba secca e foglie per la lettiera degli animali). I beni di uso civico sono inalienabili, inusucapibili e soggetti al vincolo di destinazione agro-silvo-pastorale; il diritto di esercizio degli usi civici è imprescrittibile.
Il Comune di Limena ha verificato la documentazione storica presente presso l’Archivio del Commissario per la liquidazione degli usi civici di Venezia, eseguendo l’indagine catastale dei terreni comunali in particolare a destinazione attuale agro-silvo-pastorale ed ha avviato in data 27.06.2013 le procedure di accertamento e riordino previste dall’art. 4 della Legge sopra citata.
Per le zone di interesse archeologico, pur non segnate in cartografia, si segnala quanto riportato nella Carta Archeologica del Veneto – Vol. III°:
- notizia del rinvenimento di iscrizioni funerarie romane nel centro abitato, lungo la via principale, sulla riva sinistra del canale Brentella;
- notizia del rinvenimento di tombe non meglio determinate di età romana, di cui si conservano 12 tegole bollate presso il Museo Civico Archeologico di Padova.
Centri storici
Dall’esame dei Catasti Storici si evince che la Chiesa ed il Cimitero erano posti, come oggi, verso sud, in posizione mediana vi era il grande complesso Fini mentre il centro edificato vero e proprio era conurbato attorno al ponte sulla Brentella, presso cui si svolgevano tutte le attività commerciali del tempo. Tale impostazione non fu alterata neppure nella seconda metà del secolo ove si eccettui la costruzione dell’attuale viale che collega la Strada Valsugana con la Chiesa. Gli ambiti edificati perimetrati quali centri storici sono dunque di impianto settecentesco ma di costruzione riferibile al XX secolo.
Manufatti dell’archeologia industriale
Si prevede il riuso dei principali e più significativi manufatti che documentano la storia della civiltà industriale. Sono quindi individuati e valorizzati i manufatti dell’archeologia industriale (fabbriche, mulini, etc.) con lo scopo di un loro possibile recupero e riutilizzo per usi culturali, didattici, espositivi. Come edifici di Archeologia industriale vengono individuati i Colmelloni sul canale Brentella, e la Stazione ferroviaria della dismessa ferrovia Padova – Piazzola sul Brenta – Carmignano di Brenta.

(Limena, la stazione ferroviaria dopo il restauro)

Percorsi ciclabili
Per il settore turistico – ricettivo sono rintracciati nel territorio di Limena i seguenti percorsi ciclabili:
- la ciclopista del Brenta, prevista nella programmazione regionale e provinciale;
- Itinerario F – Anello fluviale Padova – Brentella – Piovego dal Piano Provinciale Piste Ciclabili;
- le piste ciclabili comunali esistenti e di progetto.

(NB: il testo è un ampio estratto dalla ‘Relazione specialistica. Sistema dei beni storico-culturali, Elaborato C0305 del Pat di Limena, dell’arch.  F. Zecchin, pubblicato nel sito del Comune)


Nessun commento:

Posta un commento