lunedì 12 dicembre 2016

Da Lepanto a Limena. L’oratorio dei Fini a Limena dedicato alla B. V. del Rosario per ricordare la vittoria sui Turchi nella battaglia navale del 7 ottobre 1571.



Da Lepanto a Limena.
L’oratorio dei Fini a Limena dedicato alla B. V. del Rosario per ricordare la vittoria sui Turchi nella battaglia navale del 7 ottobre 1571.
Attività di approfondimento realizzata nella classe 2 A
di Bruno Trevellin, docente

La guerra di Cipro e i Fini, ricchi profughi greci
I Fini furono un ricco e illustre casato originario di Cipro, isola che, a seguito dell'abdicazione della regina Caterina Corner in favore della Serenissima, fu controllata dai Veneziani tra il 1489 e il 1573. Qualche fonte, tuttavia, adombra la possibilità che i Fini non fossero in realtà nobili, ma che fossero semplici commercianti arricchiti e che possedessero una propria bottega sotto il palazzo degli Agapiti, a Famagosta.
Durante la guerra di Cipro, i Fini parteciparono attivamente alla difesa della propria isola dall'attacco dei Turchi, e si distinsero per avere armato a proprie spese le truppe; a seguito della capitolazione di Nicosia, tuttavia, furono costretti a fuggire a Venezia (1571), città nella quale fondarono una propria attività mercantile. Qui Vincenzo Fini, divenuto un noto avvocato del foro veneziano, «a seguito del versamento di considerevoli somme ai bisogni dello Stato, [...] in compenso a queste benemerenze» ottenne, nel 1649 l'aggregazione al corpo patrizio veneziano e l'ingresso al Maggior Consiglio (informazioni da wikipedia).
 Palazzo Ferro Fini, oggi sede del Consiglio Regionale del Veneto, è situato in uno dei punti più affascinanti del Canal Grande, tra il Ponte dell'Accademia e Piazza San Marco, di fronte alla Chiesa della Salute, opera secentesca del Longhena. Nel 1662 il Palazzo viene comperato proprio da Girolamo Fini, ricco avvocato fiscalista.

Lepanto: né vinti né vincitori nella più grande battaglia navale del Mediterraneo

Duomo di Montagnana, Battaglia di Lepanto

Sulla battaglia di Lepanto di domenica 7 ottobre 1571 esistono innumerevoli studi. In classe abbiamo approfondito la vicenda attraverso il programma di Rai 3 Il tempo e la storia (lo si trova in youtube).
“E’ l’ultima grande battaglia navale della storia, un evento epico anche nei numeri: 150 mila uomini imbarcati, 400 navi, milioni di scudi spesi e 30 mila morti in una manciata di ore.
E’ la battaglia di Lepanto, per i libri di storia uno scontro tra civiltà, dalla quale però – spiega il professor Alessandro Barbero – nessuno uscì veramente vincitore.
La vicenda, che segnò i rapporti tra Occidente e Oriente, inizia il 2 luglio 1570con l’attacco ottomano all’isola di Cipro, sotto il dominio veneziano e finisce la sera del 7 ottobre 1571, quando la flotta della Lega Santa composta da Veneziani, Genovesi, Stato Pontificio e Spagnoli, affronta, distruggendola, la flotta ottomana nella baia di Lepanto”. 
Le perdite turche ammontarono a 25.000 morti, 30 galere affondate e 100 catturate. Sul fronte opposto, i cristiani, persero 7.500 uomini e 15 navi.
Si poteva puntare su Istambul, ma in quella stagione le guerre non si facevano e così le navi cristiane tornarono a casa, dando modo ai i Turchi di riallestire una nuova, temibile flotta che fece desistere le potenze europee dal continuare la guerra, tanto che Venezia firmò il trattato di pace e cedette definitivamente Cipro all’impero ottomano.

Il papa Pio V, l’intercessione della Vergine Maria, la ricorrenza del 7 ottobre e...le campane alle 12
La battaglia di Lepanto ebbe un profondo significato religioso. Prima della partenza, il Pontefice Pio V, benedice lo stendardo della Lega raffigurante su fondo rosso il Crocifisso tra gli apostoli Pietro e Paolo e sormontato dal motto costantiniano In hoc signo vinces, quindi lo consegna al Duca Marcantonio Colonna di Paliano: tale simbolo, insieme con l'immagine della Madonna e la scritta "S. Maria succurre miseris", issato sulla nave ammiraglia Real, sotto il comando del Principe Don Giovanni d'Austria, sarà l'unico a sventolare in tutto lo schieramento cristiano all'inizio della battaglia quando, alle grida di guerra e ai primi cannoneggiamenti turchi, i combattenti cristiani si uniranno in una preghiera di intercessione a Gesù Cristo e alla Vergine Maria.
Anche se l'annuncio della vittoria giungerà a Roma ventitré giorni dopo, portato da messaggeri del principe Colonna, si narra che il giorno stesso della battaglia san Pio V ebbe in visione l'annuncio della vittoria nell'ora di mezzogiorno e che, dopo aver esclamato: "sono le 12, suonate le campane, abbiamo vinto a Lepanto per intercessione della Vergine Santissima", dette congedo agli astanti, tra i quali era presente il cardinale Cesi; da allora continua la tradizione cattolica di sciogliere le campane di tutte le chiese alle 12 in punto. La vittoria fu attribuita all'intercessione della Vergine Maria, tanto che Papa Pio V decise di dedicare il giorno 7 ottobre a Nostra Signora della Vittoria successivamente trasformata da Gregorio XIII in Nostra Signora del Rosario, per celebrare l'anniversario della storica vittoria ottenuta, si disse, per intercessione dell'augusta Madre del Salvatore, Maria.

I Fini a Limena e l’oratorio dedicato proprio alla Beata Vergine del Rosario
I Fini, greci di Cipro, nel 1662 risultano proprietari a Limena di oltre 1300 campi, di decine di case, di una fornace e di un mulino. È del ‘700 il disegno che mostra la loro splendida villa in centro paese.

Di tutto questo complesso rimangono oggi le due barchesse e l’oratorio che, non a caso, verrà dedicato dai Fini alla Beata Vergine del Rosario, un secolo dopo Lepanto. Loro, profughi da Cipro, dedicano la ‘chiesetta’ (così la chiamano i limenesi) proprio alla B. Vergine che, con la sua intercessione, aveva consentito alla flotta della Lega Santa di sconfiggere il temibilissimo avversario turco.



Sempre un altro papa Pio, VI in questo caso, nel 1796 legò all’oratorio di Limena il beneficio dell’indulgenza plenaria.

Nell’oratorio, ai piedi della statua della B. Vergine, in una teca sono ancora conservate le reliquie di alcuni santi (Clara, Aurelia, Vittoriano, Illuminato, Benigno).

(immagini ricavate dall’opuscolo di Renato Martinello, L’oratorio della Beata Vergine del Rosario a Limena, 1993).

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