Le pagelle dei limenesi
nell’era fascista (1939-44)
Attività di
approfondimento realizzata nella classe 3 A (prof. Bruno Trevellin)
(Le pagelle sono quelle di Trevellin Amedeo, mio padre,
conservate con cura per tutti questi anni da mia madre)
Note:
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La
pagella è quella dell’anno XVIII dell’era fascista (anno scolastico 1939-40)
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La
pagella mostra nelle facciate di copertina i possedimenti italiani nel primo
anno dell’era fascista e quelli successivi alla costituzione dell’impero.
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Il
Ministero è quello dell’Educazione Nazionale
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Sull’una
e sull’altra parte l’indicazione PNF (Partito Nazionale Fascista) e Gioventù
Italiana del Littorio
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Sui
possedimenti imperiali campeggia una grande M (di Mussolini)
Note:
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La
pagella è quella dell’anno XIX dell’era fascista (anno scolastico 1940-41)
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È
l’anno dell’entrata in guerra dell’Italia. Sulle facciate di copertina il
fascio littorio, le insegne romane, moschetti e gladi.
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Ovviamente
il Mediterraneo è il Mare Nostrum romano
Note:
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Le
materie scolastiche nell’ordine erano: Religione, Canto, Disegno e bella
scrittura, Lettura espressiva e recitazione, Ortografia, Lettura ed esercizi
scritti di lingua, Aritmetica e contabilità, Nozioni varie e cultura fascista,
Geografia, Storia e cultura fascista, Scienze fisiche e naturali e igiene,
Nozioni di diritto e di economia, Educazione fisica, Lavori donneschi e
manuali, Disciplina (condotta), Igiene e cura della persona
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Nell’intestazione
viene indicato che la pagella è di Trevellin Amedeo, figlio di Ernesto (mio
nonno) e di Mezzaro Giulia (mia nonna); che è nato a Limena il 6 giugno del
1933; che è iscritto alla Gioventù Italiana del Littorio con tessera n. 880816,
che frequenta una classe mista (maschi e femmine) nella scuola elementare di
Taggì di Sopra (comune di Villafranca Padovana: mio padre come tutti i suoi
coetanei della parrocchia di Taggì, pur residenti a Limena, frequentavano la
scuola posta a Taggì, edificio ancora esistente, sotto il campanile della
chiesa)
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L’anno
scolastico era diviso in tre trimestri
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I
voti erano espressi con i classici aggettivi: sufficiente, buono, distinto
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L’insegnate
che firma è Riponti, il direttore Guargena
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La
scuola apparteneva alla Direzione Didattica del Circolo di Vigodarzere
Note:
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Sulle
facciate di copertina la vittoria alata, il fascio il moschetto la bandiera
della GIL
Note:
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La
pagella è un foglio unico
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Vi
campeggia la vittoria alata con la scritta VINCERE e sullo sfondo aerei da
combattimento e carrarmati
Note:
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Siamo
nel XXII anno dell’era fascista (il regime è già caduto a luglio)
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Una
citazione del duce sul valore dell’Opera Balilla
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Le
materie sono nell’ordine: Religione, Lingua italiana (orale e scritta), Storia
e geografia, Aritmetica e geometria, Nozioni scientifiche, Insegnamenti
artistici, Educazione fisica, Lavoro, Contegno. Sono sparite dal curricolo le
materie di ‘cultura fascista’, presenti fino all’anno precedente. La scuola è l'elementare di Taggì di Limena, ex Leonardo da Vinci ora Andersen (centro per l'infanzia), nella quale si frequentavano le classi quarta e quinta.
Le pagelle
dell'Era Fascista (da: https://pagelle-italiane.blogspot.it/)
La pagella
nelle scuole elementari venne introdotta col R.D. 20 agosto 1926 n.1615; il
documento aveva il significato sia di una tassa
scolastica amministrativa (la pagella era prodotta dal Provveditorato
Generale dello Stato ed era necessaria per l'iscrizione alla scuola
pubblica; doveva essere acquistata presso le rivendite di generi di
privativa, al costo di Lire 5, per essere consegnata in bianco alla
segreteria della scuola; in sua assenza serviva una dichiarazione
dell'Ufficio del Registro che documentasse l'avvenuto pagamento della tassa
scolastica), sia di documento scolastico, venendo stampata su indicazione del
Ministero della Pubblica Istruzione secondo un modello unico.
La pagella
come tassa scolastica venne eliminata con R.D. 28 luglio 1929 n.1363, restando
però in vigore come documento scolastico.
Nel periodo
dell'Era Fascista anche la pagella scolastica risentì delle scelte
propagandistiche del regime, che utilizzò anche questo documento per veicolare
il proprio modello di una nuova gioventù, fisicamente sana, istruita ed
ideologicamente formata per occupare il proprio ruolo in una società sempre più
militarizzata. Il giovane doveva essere inquadrato fin da piccolo nelle
organizzazioni giovanili del partito, per essere formato al ruolo di
civilizzatore che spettava per diritto di sangue, in quanto erede e portatore
della civiltà romana. Con le pagelle vengono anche presentate alcune cartoline
dell'epoca, che aiutano a meglio inquadrare le tematiche
trattate.
Ai primi
modelli unici di pagella, sobriamente caratterizzati dallo stemma sabaudo
con fasci littori, stampato a colori sul frontespizio, seguirono pagelle sempre
più colorate e graficamente accattivanti, con rappresentazioni al tratto in
stile futurista; tutto l'apparato iconografico del P.N.F. trovò spazio sulle
copertine delle pagelle, dalle architetture nel tipico stile
monumentale del periodo alla rievocazione dei fasti imperiali della antica
Roma.
Con lo
scoppio della guerra anche la pagella divenne un mezzo della propaganda
militare, con l'immancabile motto mussoliniano "Vincere".
Alla caduta
del regime il 25 luglio 1943, anche la pagella si adegua al nuovo regime
repubblicano e i due modelli prodotti durante la Repubblica Sociale italiana
sono testimoni della deriva anti-monarchica e rivoluzionaria della riscoperta
degli ideali fascisti delle origini, messi da parte con l'ascesa al potere
sotto la monarchia.
Nella
pagella del 1945 il fascio repubblicano rimpiazzerà definitivamente il fascio
littorio.
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