Il Patto segreto di Londra del 26 aprile 1915
Cosa voleva veramente il governo italiano
Molto di più di Trento e Trieste (l’Austria poteva cederle
per via diplomatica), ma anche il Tirolo cisalpino; l’Istria e la Dalmazia (non
Fiume) e il protettorato sull’Albania per il controllo dell’Adriatico; la
provincia carbonifera di Adalia in Turchia; indennizzi di guerra; l’ampliamento
dei possedimenti coloniali in Africa; l’esclusione (anticlericale e massonica) della Santa Sede dai
negoziati di pace
Approfondimento di storia sulla Prima guerra mondiale
per la classe terza
di Bruno
Trevellin, docente
Il Patto pubblicato dai bolscevichi nel 1917
Il patto restò segreto sino alla sua
inattesa pubblicazione, alla fine del 1917, da parte dei bolscevichi,
appena giunti al potere in seguito alla Rivoluzione
russa. Il governo rivoluzionario, infatti, diede immediata e massima
pubblicità ai patti diplomatici segreti rinvenuti negli archivi zaristi, e tra
essi il "Patto di Londra". La pubblicazione ebbe vasta risonanza
internazionale e causò grave imbarazzo alle potenze firmatarie, suscitando
inquietudine presso l'opinione pubblica mondiale e ponendo in scacco il metodo
della "diplomazia segreta", seguito da decenni dalle potenze europee.
L'emergere del Patto di Londra diede il via ad una modifica degli orientamenti
politici internazionali che influì notevolmente sulla sua non completa
implementazione a guerra finita. La risoluta opposizione alla diplomazia
segreta, e la sua denuncia quale metodo inaccettabile nelle relazioni
internazionali, fu uno dei principali motivi ispiratori della stesura, da parte
del presidente degli Stati Uniti d'America, Woodrow
Wilson, dei suoi celebri Quattordici
punti e, non a caso, il presidente statunitense si oppose
risolutamente alla completa realizzazione delle rivendicazioni territoriali
italiane basate sul Patto di Londra - per altro mai firmato dagli Stati Uniti -
non riconoscendo ad esso, come ad accordi similari con altri paesi, alcuna
validità (in Eric J. Hobsbawm, "Il secolo
breve", BUR, Milano, 2007, pp. 43-48).
Ecco il testo integrale del patto segreto
Accordo tra Francia, Russia, Gran
Bretagna ed Italia, firmato a Londra il 26 aprile 1915. Per ordine del proprio
Governo il Marchese Imperiali, Ambasciatore di Sua Maestà il Re d’Italia, ha
l’onore di comunicare al Rt. Hon. Sir Edward Grey, Segretario Principale di
Stato per gli Affari Esteri di Sua Maestà Britannica, e alle loro Eccellenze M.
Paul Cambon, Ambasciatore della Repubblica francese, ed al Conte de
Benckendorff, Ambasciatore di Sua Maestà l’Imperatore di Tutte le Russie, il
seguente memorandum:
MEMORANDUM
Articolo
1. Si dovrà
immediatamente concludere una convenzione militare tra lo Stato Maggiore di
Francia, Gran Bretagna, Italia e Russia. Questa convenzione stabilirà il numero
minimo di forze militari che dovranno essere usate dalla Russia contro
l’Austria - Ungheria al fine di impedire a tale Potenza di concentrare tutta la
propria forza contro l’Italia, qualora la Russia decidesse di dirigere la
maggior parte del proprio sforzo contro la Germania. - Questa convenzione
militare deciderà riguardo ad armistizi che necessariamente sono compito dei
Comandanti in Capo degli eserciti.
Articolo
2. Da parte
sua, l’Italia si impegna ad utilizzare tutte le proprie risorse allo scopo di
iniziare la guerra assieme alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Russia
contro tutti i loro nemici.
Articolo
3. La Flotta
francese e quella britannica dovranno fornire assistenza attiva e permanente
all’Italia fino al momento in cui la flotta austro-ungarica non sarà stata
distrutta o finché non sarà stata raggiunta la pace. - Si dovrà immediatamente
concludere un accordo navale in questo senso tra la Francia, la Gran Bretagna e
l’Italia.
Articolo
4. Secondo il
Trattato di Pace, l’Italia dovrà ricevere il Trentino, il Tirolo Cisalpino con
il suo confine geografico naturale (la frontiera del Brennero), oltre che
Trieste, le contee di Gorizia e Gradisca, tutta l’Istria fino al Quarnaro,
comprese Volosca e le isole istriane di Cherso e Lussino, oltre che le piccole
isole Plavnik, Unie, Canidole, Palazzuoli, San Pietro di Nembi, Asinello,
Gruica, e isolotti vicini. Nota. Il confine necessario ad assicurare che il
presente Articolo 4 verrà attuato dovrà essere tracciato come segue: Dal Piz
Umbral fino a nord dello Stelvio, dovrà seguire la cima delle Alpi Resie fino
alle sorgenti dell’Adige e dell’Eisach, seguendo poi i monti Brennero e Reschen
e le alture Oetz e Ziller. Il confine dovrà poi piegare verso sud, attraversare
il Monte Toblach e congiungersi all’attuale confine delle Alpi Carniche. Esso
dovrà seguire questa linea di frontiera fino al Monte Tarvisio e dal Monte
Tarvisio lo spartiacque delle Alpi Giulie attraverso il Passo del Predil, il
Monte Mangart, il Tricorno e lo spartiacque dei Passi Podberdo Podlaniscam ed
Idria. Da questo punto il confine dovrà seguire una direzione sud-orientale
verso lo Schneeberg, lasciando l’intero bacino del Sava e dei suoi affluenti al
di fuori del territorio italiano. Dallo Schneeberg il confine dovrà scendere
fino alla costa in modo tale da comprendere nel territorio italiano Castua, Mattuglie
e Volosca.
Articolo
5. All’Italia
dovrà anche essere data la provincia della Dalmazia entro i suoi attuali
confini amministrativi, comprese a nord Lisarica e Tribania; a sud fino alla
linea che inizia da Capo Planka sulla costa e segue ad est le cime delle alture
che formano lo spartiacque, in modo tale da lasciare al territorio italiano
tutte le valli ed i fiumi che scorrono verso Sebenico, come ad esempio il
Cicola, il Kerka, il Butisnica ed i loro affluenti. Essa dovrà anche avere le
isole situate a nord e ad ovest della Dalmazia, da Premuda, Selve, Uldo,
Scherda, Maon, Pago e Patadura a nord, fino a Meleda a sud, comprese
Sant’Andrea, Busi, Lissa, Lesina, Tercola, Curzola, Cazza e Lagosta, oltre che
gli scogli ed isolotti confinanti e Pelagosa, con l’eccezione di Zirona Grande
e Piccola, Bua, Solta e Brazza. Dovranno essere territori neutrali: 1) L’intera
costa da Capo Planka a nord fino alla base meridionale della Penisola di
Sabbioncello a sud, in modo tale da comprendere tutta quanta tale penisola; 2)
la parte di costa che inizia a nord in un punto situato a 10 km. a sud del
Promontorio di Ragusa Vecchia e che si estende a sud fino al Fiume Voiussa, in
modo tale da comprendere il Golfo ed il Porto di Cattaro, Antivari, Dulcigno,
San Giovanni di Medua e Durazzo, senza pregiudizio alcuno ai diritti del
Montenegro acquisiti sulla base delle dichiarazione redatte tra le Potenze in
aprile e maggio del 1909. Poiché tali diritti si applicano solo all’attuale
territorio Montenegrino, essi non possono venire estesi a nessun territorio o
porto che possa essere assegnato al Montenegro. Pertanto la trasformazione in
zona neutrale non potrà essere fatta per nessun tratto della costa ora
appartenente al Montenegro. Si dovranno mantenere tutte le restrizioni riguardanti
il porto di Antivari che furono accettate dal Montenegro nel 1909; 3) infine,
tutte le isole non assegnate all’Italia. Nota. I seguenti territori adriatici
dovranno essere assegnati dalle quattro Potenze Alleate alla Croazia, alla
Serbia e al Montenegro: nell’Adriatico Settentrionale, l’intera costa dalla
Baia di Volosca ai confini dell’Istria fino alla frontiera settentrionale della
Dalmazia, compresa la costa che è attualmente ungherese e l’intera costa della
Croazia, con il Porto di Fiume ed i piccoli Porti di Novi e Carlopago, oltre
che le isole di Veglia, Pervichio, Gregorio, Goli ed Arbe. E, nell’Adriatico
meridionale (nella zona che interessa la Serbia e il Montenegro) l’intera costa
da Capo Planka fino al Fiume Drina, con gli importanti Porti di SpaIato,
Ragusa, Cattaro, Antivari, Dulcigno e San Giovanni di Medua e le Isole Zirona
Grande e Piccola, Bua, Solta, Brazza, Jaclian e Calamotta. Il Porto di Durazzo
dovrà essere assegnato allo Stato indipendente mussulmano di Albania.
Articolo
6. L’Italia
dovrà ricevere piena sovranità su Valona, l’Isola di Saseno ed un territorio
circostante sufficiente al fine di assicurare la difesa di questi punti (dal
Voiussa a nord e ad est fino circa al confine settentrionale del distretto di
Chimara a sud).
Articolo
7. Qualora
l’Italia ottenesse il Trentino e l’Istria secondo quanto disposto dall’Articolo
4, assieme alla Dalmazia e le isole dell’Adriatico entro i limiti specificati
nell’Articolo 5, e la Baia di Valona (Articolo 6), e se la parte centrale dell’Albania
verrà utilizzata per stabilirvi un piccolo stato autonomo e neutrale, l’Italia
non dovrà opporsi alla divisione dell’Albania Settentrionale e Meridionale tra
il Montenegro, la Serbia e la Grecia, qualora questo fosse il desiderio di
Francia, Gran Bretagna e Russia. La costa dal confine meridionale del
territorio italiano di Valona (vedi Articolo 6) fino a Capo Stylos, dovrà
essere dichiarata neutrale. All’Italia dovrà essere affidato il compito di
rappresentare lo Stato d’Albania nelle sue relazioni con le Potenze straniere.
L’Italia inoltre accetta di lasciare comunque un territorio sufficientemente
ampio ad est dell’Albania al fine di assicurare l’esistenza di una linea di
confine tra la Grecia e la Serbia ad ovest del Lago Ochrida.
Articolo 8. L’Italia dovrà ricevere piena
sovranità sulle Isole del Dodecanneso che attualmente occupa.
Articolo
9. In generale,
la Francia, la Gran Bretagna e la Russia riconoscono che l’Italia è interessata
a mantenere un equilibrio di forze nel Mediterraneo e che, nel caso di
scissione totale o parziale della Turchia in Asia, essa dovrebbe ottenere
un’equa parte della regione del Mediterraneo adiacente alla Provincia di
Adalia, dove l’Italia ha già acquisito diritti ed interessi che sono stati
l’argomento di una convenzione italo-britannica. La zona che sarà infine
assegnata all’Italia dovrà essere delimitata, al momento di farlo, tenendo
debitamente conto degli interessi esistenti di Francia e Gran Bretagna. Gli
interessi dell’Italia dovranno essere anche presi in considerazione nel caso in
cui venga mantenuta l’integrità territoriale dell’Impero Turco e vengano
alterate le zone d’interesse delle Potenze. Se la Francia, la Gran Bretagna e
la Russia occuperanno qualsiasi territorio turco in Asia nel corso della guerra,
la regione mediterranea che confina con la Provincia di Adalia entro i limiti
indicati sopra dovrà essere riservata all’Italia, che avrà diritto ad
occuparla.
Articolo
10. Tutti i
diritti ed i privilegi in Libia attualmente di pertinenza del Sultano vengono
trasferiti all’Italia in virtù del Trattato di Losanna.
Articolo
11. L’Italia
dovrà ricevere una quota di ogni indennizzo di guerra in misura proporzionale
ai suoi sforzi ed ai suoi sacrifici.
Articolo
12. L’Italia
dichiara di associarsi alla dichiarazione fatta da Francia, Gran Bretagna e
Russia nel senso che l’Arabia ed i Luoghi Santi mussulmani in Arabia dovranno
essere lasciati sotto l’autorità di una Potenza mussulmana indipendente.
Articolo
13. Qualora la
Francia e la Gran Bretagna aumentassero i propri possedimenti coloniali in
Africa a spese della Germania, le due Potenze sono in linea di principio
d’accordo che l’Italia può richiedere equo compenso, soprattutto per quanto
riguarda la soluzione a suo favore delle questioni relative alle frontiere
delle colonie italiane in Eritrea, Somalia e Libia, e le colonie vicine che
appartengono alla Francia e alla Gran Bretagna.
Articolo
14. La Gran
Bretagna si impegna a facilitare l’immediata conclusione, sulla base di
condizioni eque, di un prestito di almeno 50.000.000 di sterline che dovrà
essere emesso sul mercato londinese.
Articolo
15. La Francia,
la Gran Bretagna e la Russia sosterranno qualsiasi opposizione l’Italia farà a
qualsiasi proposta diretta a far partecipare un rappresentante della Santa Sede
in qualsiasi negoziato di pace o negoziato volto a risolvere le questioni
derivanti dall’attuale guerra.
Articolo
16. Questo
accordo verrà mantenuto segreto. L’adesione dell’Italia alla dichiarazione del
5 settembre 1914 dovrà essere resa pubblica solo subito dopo che venga
dichiarata guerra da o contro l’Italia. Dopo aver preso atto del memorandum di
cui sopra, i rappresentanti di Francia, Gran Bretagna e Russia, debitamente
autorizzati in questo senso, hanno raggiunto il seguente accordo con il
rappresentante dell’Italia, anch’egli debitamente autorizzato dal suo Governo:
Francia, Gran Bretagna e Russia danno il loro pieno assenso al memorandum
presentato dal Governo italiano. In riferimento agli Articoli 1, 2 e 3 del
memorandum, che prevedono cooperazione militare e navale tra le quattro
Potenze, l’Italia dichiara che scenderà in campo quanto prima possibile e
comunque entro un periodo non superiore ad un mese dalla firma di questo
documento. In fede di quanto sopra i sottoscritti hanno firmato il presente
accordo e vi hanno apposto i propri sigilli.
Fatto a
Londra, in quadruplice copia, il 26 aprile 1915.
(L.S. E.
Grey),
(L.S.) Imperiali,
(L.S.) Benckendorff,
(L.S.) Paul Cambon.
(L.S.) Imperiali,
(L.S.) Benckendorff,
(L.S.) Paul Cambon.
(suddivisione aree di influenza ex Impero Ottomano)
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