sabato 29 ottobre 2016

Top ten dei libri più letti



Top ten dei libri più letti nella classe 2 A, anno scolastico 2015-16 (le saghe sono indicate con un unico titolo)
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lunedì 17 ottobre 2016

Gran Torino di Clint Eastwood

primo piano
Il complesso ritratto - in pieno stile Eastwood - di un uomo che ha fatto dell'odio verso i diversi la sua ragione di vita

Gran Torino 


Giancarlo Zappoli     * * * - -
Walt Kowalski ha perso la moglie e la presenza dei figli con le relative famiglie, al funerale non gli è di alcun conforto. Così come non gli è gradita l'insistenza con cui il giovane parroco cerca di convincerlo a confessarsi. Walt è un veterano della guerra in Corea e non sopporta di avere, nell'abitazione a fianco, una famiglia di asiatici di etnia Hmong. Le uniche sue passioni, oltre alla birra, sono il suo cane e un'auto modello Gran Torino che viene sottoposta a continua manutenzione. La sua vita cambia il giorno in cui il giovane vicino Thao, spinto dalla gang capeggiata dal cugino Spider, si introduce nel suo garage avendo come mira l'auto. Walt lo fa fuggire ma di lì a poco tempo assisterà a una violenta irruzione dei membri della gang con inatteso sconfinamento nella sua proprietà. In quell'occasione sottrarrà Thao alla violenza del branco ottenendo la riconoscenza della sua famiglia.
Clint Eastwood non smette mai di stupirci. Dopo averci narrato di Iwo Jima vista dai due fronti e di un'altra intrusione dello Stato nella vita degli individui (Changeling) ci immerge ora nel privato di un uomo che ha fatto dell'astio nei confronti dei diversi da sé (siano essi asiatici, neri o più semplicemente giovani) la sua ragione di vita. Si è murato vivo nella sua casa e la prima pietra dell'edificio è stata collocata a metà del secolo scorso quando ha conosciuto la violenza e la morte in Corea. Il suo personaggio si chiama (e lo ribadisce al fine di evitare appellativi troppo confidenziali) Kowalski.
Eastwood ha una cultura cinematografica così vasta da non poter aver scelto a caso questo cognome. Stanley Kowalski era il brutale protagonista di Un tram che si chiama desiderio da Tennessee Williams interpretato da un Marlon Brando al suo top. Anche Walt è brutale, in maniera così rozza che nessuno fa quasi più caso alle sue offese di stampo razzista. È come se, ormai anziano, il mondo attorno a lui gli facesse percepire la sua inutilità anche da quel punto di vista. Il suo andare sopra le righe ad ogni minima occasione lo apparenta con l'altrettanto anziana vicina di casa asiatica che sa solo inveire e lamentarsi sul portico di casa.
Saranno però i giovani 'diversi' (Thao e sua sorella Sue) ad aprire una breccia nelle sue difese. Hanno l'età dei detestati nipoti ma, a differenza di loro, hanno saputo conservare dei valori che l'Occidente non si è limitato a dimenticare ma ha addirittura rovesciato. Una parte della critica americana ha deriso il 'buonismo' di questo film e chi non lo ha attaccato si è spesso trincerato dietro la fredda analisi che vorrebbe trovare in Kowalski una sintesi dei personaggi interpretati nella sua lunga carriera dall'attore. Può anche essere ma Eastwood non è un regista che assembla ruoli per cinefilia compiaciuta o per autoesaltazione.
Walt è un personaggio sicuramente nella linea di quelli da lui già portati sullo schermo ma è molto più complesso di quanto non possa apparire a prima vista. Il suo rapporto con l'auto e con le armi (straordinario e determinante il segno di pollice e indice a indicare la pistola come nei giochi dei bambini) ma anche quello con l'unico essere umano che si potrebbe definire suo amico (il barbiere) sono solo alcuni degli elementi che, insieme all'insorgere della malattia, costituiscono il mosaico della personalità di un protagonista non facile da dimenticare.

venerdì 14 ottobre 2016

Un’ora con Bob Dylan, premio nobel per la letteratura



Knockin’ on heaven’s door vale di più de la nebbia che agli irti colli piovviginando sale
Un’ora con Bob Dylan, premio nobel per la letteratura
Lezione nella classe terza
di Bruno Trevellin, docente

Il nobel per la letteratura 2016 va a Bob Dylan. Leggiamo l’articolo dal Corriere della sera. Chiedo ai ragazzi se lo conoscono. Solo tre ne hanno sentito parlare, ma scopro che conoscono alcune delle sue canzoni; Knockin’on heaven’s door è una di queste, ma nella versione dei Guns N' Roses.
Ascoltiamo allora Knockin’on heaven’s door, Blowing in the Wind, Hurricane, Masters of war e Like a rolling stone. Testi bellissimi. Do alcune indicazioni sulle canzoni e a casa faranno un lavoro scritto individuale, cercando in internet i testi e il loro significato.
Bastano questi testi per capire la portata di questo autore.

KNOCKIN’ ON HEAVEN’S DOOR, Busso alle porte del cielo, dall’album Pat Garret &Billy the Kid, 1973


Mama take this badge off of me
I can’t use it anymore.
It’s gettin’ dark, too dark for me to see
I feel like I’m knockin’ on heaven’s door.

Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door

Mama put my guns in the ground
I can’t shoot them anymore.
That long black cloud is comin’ down
I feel like I’m knockin’ on heaven’s door.

Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door
Knock, knock, knockin’ on heaven’s door


(Traduzione)
Mamma toglimi questo distintivo
non posso più usarlo
si sta facendo scuro, troppo scuro per vedere
mi sembra di bussare alle porte del cielo

Busso busso busso alle porte del cielo
Busso busso busso alle porte del cielo
Busso busso busso alle porte del cielo
Busso busso busso alle porte del cielo

Mamma seppellisci le mie pistole nella terra
non posso più sparare
quella lunga nuvola nera sta scendendo
mi sembra di bussare alle porte del cielo

Busso busso busso alle porte del cielo
Busso busso busso alle porte del cielo
Busso busso busso alle porte del cielo
Busso busso busso alle porte del cielo


Blowing in the Wind, 1962

How many roads must a man walk down
Before you can call him a man?
Yes, 'n' how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, 'n' how many times must the cannonballs fly
Before they're forever banned?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

How many years can a mountain exist
Before it's washed to the sea?
Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn't see?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind

How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, 'n' how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

(Traduzione)
Quante strade deve percorrere un uomo
prima che lo si possa chiamare uomo?
e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba
prima che possa riposare nella sabbia?
e quante volte i proiettili dovranno fischiare
prima di venir banditi per sempre?
La risposta, amico mio, soffia nel vento
La risposta soffia nel vento

Quanti anni può esistere una montagna
prima di venire lavata dal mare?
e quanti anni devono vivere alcune persone
prima che possano essere finalmente libere?
e quante volte un uomo può voltare la testa
fingendo di non vedere?
La risposta, amico mio, soffia nel vento
La risposta soffia nel vento

Quante volte un uomo deve guardare verso l'alto
prima che riesca a vedere il cielo?
e quante orecchie deve avere un uomo
prima di poter sentire la disperazione della gente?
e quante morti ci vorranno perchè egli sappia
che troppe persone sono morte?
La risposta, amico mio, soffia nel vento
La risposta soffia nel vento

Like a rolling stone (ritornello)
How does it feel
How does it feel
To be on your own
With no direction home
Like a complete unknown
Like a rolling stone?
(traduzione)
Come ci si sente
come ci si sente
nello stare da soli
senza una via che ti conduca a casa
come una completa sconosciuta
Come una vagabonda?

giovedì 13 ottobre 2016

Per seguir virtute e canoscenza, con Ulisse, Colombo, Messner, Bonatti



Per seguir virtute e canoscenza
Inizio anno con l’Ulisse dantesco, Cristoforo Colombo e con gli alpinisti Rainold Messner e Walter Bonatti
Attività realizzata in una classe seconda
di Bruno Trevellin, docente

Ho avuto la fortuna di avere una ‘grande’ preside quando insegnavo a Cittadella. Il primo giorno di scuola faceva sistemare i nuovi alunni di prima nell’aula magna per un saluto e non mancava di citare i due versi di Dante: “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” (Inferno, XXVI). Voleva essere uno sprone per far capire che iniziava per loro un viaggio meraviglioso tra i sentieri della conoscenza lungo tre anni e che dovevano metterci tutto l’impegno per riuscire nell’impresa.

Partiamo dunque dal XXVI dell’Inferno
Da qualche anno propongo di iniziare l’anno scolastico proprio dal XXVI dell’Inferno di Dante.
Una prima lettura e spiegazione la fa il docente con l’ausilio della LIM, seguita da quella, ben nota, di Roberto Benigni all’Università di Padova (la si trova in youtube). Lui che recita a memoria, in piedi sulla poltrona del rettore, per i ragazzi è proprio un’attrazione.

Anonimo fiorentino, Il naufragio della nave di Ulisse (1390-1400)

E poi Cristoforo Colombo

Il programma di storia permette poi di incontrare subito un altro grande navigatore, Cristoforo Colombo. Lui sì che compie concretamente l’impresa non riuscita all’Ulisse dantesco! Il programma Rai TG1 speciale Cristoforo Colombo del 1992, con l’intervista a Paolo Taviani (il massimo esperto italiano di Colombo) è un’ottima lezione.

 


Messner e Bonatti
Incontriamo poi personaggi più vicini a noi, un paio di alpinisti conosciutissimi: Rainold Messner e Walter Bonatti. Entrambi ci parlano del limite da sfidare e della conoscenza di sé cui si perviene attraveso la fatica e il coraggio. Del primo ci sono un paio di brani nell’antologia, li leggiamo, ci lavoriamo, seguendo le indicazioni del testo. Del secondo vediamo l’intervista realizzata da Enzo Biagi all'interno della trasmissione FILM STORY: RISCHIO nel 1983 (la si trova in youtube).